Pubblicato in: News Teatro

Il ritorno della Familie Flöz a Firenze

Mara Marchi 5 anni fa
Le maschere della Familie Floez
Fonte: Foto di Bea Schwedt

Hanno girato tutto il mondo, portando le loro maschere in 34 nazioni, ma i membri della Familie Flöz sono tornati nel capoluogo toscano, dopo il successo dell’anno passato, con un nuovo spettacolo, “Dr Nest”, in scena al Teatro Puccini dall’8 al 10 marzo, con una storia che, questa volta, si addentra nei meandri del cervello e nelle profondità dell’animo umano. Sul palco incontriamo cinque tra i diversi componenti della compagnia tedesca, tra cui: Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Benjamin Reber e  Mats Suethoff, tutti diretti dal loro ormai affermato regista Hajo Schüler.

Lo spettacolo

Mentre il Dottor Nest sale sul treno notturno in una remota città, lasciandosi alle spalle ricordi spiacevoli e una vita dissestata, a Villa Blanca scende finalmente la notte. Nell’isolata casa di cura egli assume il nuovo incarico, sicuro di sé e spinto dalla curiosità, dalla sete di sapere e dall’empatia che lo contraddistingue e che lo porteranno, prima di quanto immagina, ad incontrare nella clinica pazienti insoliti e misteriosi: ricordi sbiaditi, corpi non più soggetti alla volontà del singolo, personalità dissociate, demoni e allucinazioni. Lo stesso dottor Nest rischia di perdere il senso dell’ordine. Ciò che in un primo momento è fonte di disorientamento, si svela come il folle specchio dei suoi dubbi ed insicurezze. Il confine fra normale e anormale, fra conscio ed inconscio, fra sano e malato, sbiadisce davanti ai suoi occhi.

Con questo nuovo lavoro la Familie Flöz ritorna alla maschera e ai travestimenti. Con essi e grazie ad essi la compagnia analizza l’enigmatica cartografia della nostra materia grigia e le offuscate voragini della nostra personalità. Movimento, spazio, parola, luce e suono creano una narrazione della fragilità del destino umano, tanto tragica quanto comica, che insieme all’elemento bizzarro delle maschere, occultatrici di volti, mostrano l’essenza dei personaggi e rimodellano i limiti tra patologico e non patologico. La scelta di non usare la parola permette, così, l’utilizzo di un linguaggio universale, tipico dei Flöz, perché si mette il corpo al centro dell’attenzione, consentendo al pubblico di osservare su diversi fronti e poter comunicare in modo più diretto.

Curiosità

Quella della Familie Flöz è una tradizione che si tramanda da più di vent’anni ormai e che comprende più stili ed espressioni artistici quali la commedia dell’arte, la clownerie e la pantomima. Una combriccola che oggi conta più di 30 membri e, viaggiando per il mondo, ha assistito all’aumento di un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, pronto ad acclamarla ed accoglierla al suo arrivo. Sul palco delle insolite figure si snodano silenziose, bislacche maschere vive, visi eclettici ed espressivi pronti ad intrattenere lo spettatore che viene catapultato nel loro cosmo. Il nome deriva dalle piccole striature ‘Flöz’ costituite da minerali preziosi che sono presenti nelle pietre minerarie. Come accade per i materiali raffinati, la curiosa famiglia viene alla luce dalla profondità della crosta terrestre. La metafora rappresenta perfettamente il percorso di sviluppo e creazione delle storie e dei personaggi della compagnia nel loro processo creativo di un linguaggio, che parte da una fase chiaroscurale e finisce nell’atto simbiotico fra maschera e attore. E’ questa l’allegoria che contraddistingue la grande famiglia berlinese, scelta nel 1996 da tutta la troupe per differenziarsi nelle scene plateali internazionali.

Emerge chiaramente come il loro sia un gioco di squadra, un sudato programma collettivo che si sviluppa secondo un processo ben articolato, riscoprendo un nuovo modo di fare spettacolo, che si ispira alle tradizioni passate ma propone tratti innovativi, come il teatro di figura, la danza e le acrobazie, ma anche quel tocco di prodigiosa fantasia e buffa improvvisazione. Un codice corporeo moderno che appare del tutto non prestabilito, che ricorre a espedienti ante linguistici servendosi di maschere e camuffamenti per raccontare la parte più misteriosa di noi umane creature.

Tutte le info su: https://www.teatropuccini.it/

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