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Lavorare nel 2024: il 75% degli HR dà priorità alle competenze

News Partner 5 mesi fa
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Cambio di paradigma nel mercato del lavoro: basta dare peso all’esperienza dei canditati, ora le competenze sono la priorità. Secondo i dati più recenti, infatti, il 75% dei responsabili delle risorse umane afferma di mettere al primo posto le skills durante il processo di selezione.

Questa è la fotografia scattata da Cvapp, piattaforma di modelli di curriculum online, che ha analizzato come si sta evolvendo il mondo del lavoro attraverso l’infografica “Competenze battono l’esperienza: nel 2024 le skills diventano la priorità”.

Entrando nel dettaglio, le skills più richieste sono varie: tra le altre, quelle che coinvolgono l’intelligenza artificiale, la data communication, il digital marketing e la cybersecurity.

Nei prossimi cinque anni – caratterizzati da un fabbisogno occupazionale che in Italia oscillerà tra i 3,1 e 3,6 milioni – guadagneranno terreno ben 56 nuove (e vecchie) competenze, divise in 4 macroaree: cognitive, interpersonali, self-leadership e digitali.

Particolarmente apprezzate, ad esempio, la capacità di ispirare fiducia, l’avere ownership e risolutezza, ma anche i più “classici” problem solving, public speaking e storytelling. E ancora, l’abilità nel saper collaborare, oltre all’inevitabile alfabetizzazione e apprendimento digitale.

Entro il 2028 verranno inserite nel mondo del lavoro tra le 630 e le 730 mila persone l’anno: la maggior parte saranno lavoratori d’alto profilo (dirigenti, specialisti e tecnici) e il settore più interessato sarà quello dei servizi con il 78% di nuovi occupati, contro il 21% dell’industria e l’1% dell’agricoltura.

Tanto le competenze, quanto le professioni. Stanno subendo modifiche profonde anche i ruoli occupazionali, con una vera rivoluzione relativa agli skill set. Ad oggi, le più richieste sono, ad esempio, l’artificial intelligence engineer, che utilizza l’AI e i modelli di apprendimento automatico per sviluppare soluzioni aziendali.

O ancora, il sales development representative, in grado di proporre ai clienti dei prodotti in linea con le proprie esigenze, affinché l’esperienza d’acquisto sia sempre più personalizzata. Ma anche il sustainability specialist, che sviluppa strategie di sostenibilità aziendale.

Competenze digitali, green, legate all’AI e alle ultime innovazioni in campo tecnologico, oltre ovviamente a tutte quelle di carattere più personale (empatia, socialità e umiltà, tra le altre). Il risultato è il medesimo: ora le skills hanno la priorità. Segno di un mercato del lavoro in cambiamento che non guarda più allo stesso modo l’esperienza.