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Le tradizioni della notte di San Silvestro: riti, usanze e scaramanzie portafortuna

stella luminosa nella notte di capodanno
Fonte: Pixabay

Per i più superstiziosi o per chi tiene semplicemente alle tradizioni, ecco cosa non dovrebbe mai mancare per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno e l’arrivo di quello nuovo. In Italia sono davvero tante le usanze “propiziatorie” che, tramandate  di generazione in generazione, diventano quasi dei “riti” a cui sembra impossibile rinunciare. Il 31 dicembre diventa il momento perfetto per fantasticare sull’anno che verrà, ecco perché si cerca di aiutare la fortuna rispettando alcune semplici regole che per molti sono diventate vere e proprie consuetudini. E allora ecco tutti i consigli per non arrivare impreparati il giorno di Capodanno! Poi non dite che non ve l’avevamo detto…

Cosa Mangiare

Lenticchie (e cotechino): immancabile, sulla tavola del 31, il piatto di lenticchie; si dice che mangiarle sia di buon auspicio… in termini economici! In pratica, oltre ad essere un piatto “ricco”, nel senso di nutrimento, la forma del legume ricorda quella dei soldi, motivo per cui nel cenone di San Silvestro non manca mai anche solo un assaggio di questa “preziosa” verdura.

Il Melograno: ancora oggi questo particolarissimo frutto viene considerato un simbolo di fertilità e fedeltà, proprio per la versatilità dei chicchi rossi che in cucina possono essere impiegati in tantissimi modi diversi. L’ultimo giorno dell’anno mangiare il melograno insieme al proprio compagno significa ambire a un anno ricco di prosperità.

L’uva: un antico proverbio recita “chi mangia l’uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno”. Bisognerebbe mangiare 12 chicchi d’uva ad ogni rintocco della mezzanotte, uno per ogni mese dell’anno che verrà. Fate attenzione alla dolcezza dei chicchi, se qualcuno di essi risultasse più amaro, significa che potrebbe essere un mese più difficile da affrontare.

Cosa indossare

Colore Rosso: immancabile la biancheria intima del colore, per eccellenza, della fortuna. Il colore rosso è simbolo di energia, di forza e di vita ecco perché non può mai mancare nella notte di San Silvestro. Si tratta di un’usanza che ci porta addirittura all’epoca romana, quando già allora si indossava qualcosa di rosso come elemento di buon auspicio.

Cosa fare

Un bacio sotto al vischio: si tratta di una tradizione di origini pagane, quando sacerdoti celti attribuivano a questa pianta una certa vicinanza con gli Dei.  La sua natura “aerea”, infatti, le attribuiva un certo potere divino. Il bacio sotto a questa pianta deriva da un altrettanto antica storia d’amore. Nella mitologia nordica, infatti, il vischio è anche la pianta sacra di Frigg (o Freya), nonché dea dell’amore; essa aveva due figli: Balder (onesto e generoso) e Loki (invidioso e malvagio) che voleva uccidere il fratello. La madre, venuta a conoscenza del piano del figlio, chiese a tutte le piante di proteggere Balder, dimenticandosi però del vischio. Fu proprio con questa pianta, difatti, che il crudele rampollo fabbricò la freccia con cui uccidere il fratello. Frigg allora iniziò a piangere sul corpo del figlio, le lacrime si trasformarono in bacche bianche che lo riportarono in vita. Per la grande felicità, la dea inziò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresceva il vischio, gesto che iniziò a simboleggiare protezione e buona fortuna.

Rompere cose vecchie: è usanza che si sta un po’ perdendo ma alla quale i fedelissimi continuano a non rinunciare. La tradizione simboleggia l’abbandono del vecchio e inutile in favore del nuovo e del cambiamento. Il vero folclore di questa esperienza legata a San Silvestro si ritrova nel fatto che in passato le cose vecchie venivano letteralmente lanciate dalla finestra, usanza poco piacevole per i passanti che si trovavano per strada proprio in quel momento. Ad ogni modo continua ad essere piuttosto in voga l’abitudine di rompere cocci a mezzanotte, per attirare l’attenzione della dea Fortuna.

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